Un disturbo sessuale è una manifestazione cognitiva (di pensieri e di emozioni) e comportamentale (sia individuale che relazionale) che è considerata sgradevole dal soggetto stesso e che tende ad automantenersi.
Gran parte dei disturbi sessuali si accompagnano a qualcosa di più generalmente psicopatologico, che interessa quel soggetto. Siamo qui nel continuum tra normalità e patologia, ma siamo anche in un continuum che interessa la sessualità.
Da un punto di vista clinico, dunque, quando una persona si sente “disturbata” da qualcosa che non avverte soddisfacente nelle sue funzioni sessuali, è necessario indagare nelle sue strutture psichiche: meramente sintomatico sarebbe un intervento, come di solito invece accade nella nostra situazione sanitaria, focalizzato sugli organi genitali.
Un disturbo che emerga nell’area sessuale denuncia sempre qualcosa di non ottimale nel funzionamento psichico. Curare una disfunzione sessuale, comunque lamentata dal soggetto, implica pertanto curare il suo funzionamento mentale; ovviamente quello, inconsapevole, che presiede alle emozioni.
Questo, da quanto finora ci dicono le neuroscienze sulle complesse interazioni tra le varie parti dell’encefalo e in particolare sulla connessione tra la “parte emotiva”del cervello e tutto il SNC, significa curare la sua mente in toto. Allo stato attuale della psicofarmacologia, non disponiamo finora di possibilità di intervento selettivo per la modifica di quei funzionamenti neurali responsabili soltanto di quanto il soggetto lamenta. Non resta pertanto che la psicoterapia: una psicoterapia globale, condotta in profondità, viste appunto le correlazioni con le strutture primarie della mente.
L’intervento della terapia sessuale si basa su:
l tecniche multimansionali di coppia (prescrizione compiti ed esercizi in coppia);
l ristrutturazione cognitiva (lavoro sui pensieri automatici, sulle convinzioni, ecc);
l ristrutturazione emozionale (analisi emozionale, riconoscimento delle emozioni, ecc);
l individuazione delle fantasie e sviluppo dell’immaginario erotico;
l approccio relazionale: l’attenzione alla relazione terapeutica si arricchisce di profondi significati, diventando il luogo più significativo per un cambiamento nel processo terapeutico. Se il terapeuta deve costituire una base sicura da cui poter partire per riappropriarsi dei significati delle sensazioni ed emozioni, lo stato mentale deve essere riconoscibile dal paziente come uno stato emotivo motivato, fiducioso e spontaneo nel suo prescrivere le mansioni;
l focalizzazione (compiti singoli).
La relazione tra paziente e terapeuta è il luogo dove ha inizio qualunque cambiamento significativo, il luogo dove il paziente accetta, stabilendo il contratto terapeutico, di mettere in discussione sé stesso, riconoscendo al terapeuta il ruolo di esperto che può aiutarlo a comprendersi ed a diminuire la propria sofferenza.